INTERROGATIVI SULLA
A31 - VALDASTICO
Da molti anni i Verdi del Trentino, insieme ad altre associazioni e movimenti, si oppongono al completamento della A31-Valdastico: non per ragioni “ideologiche”, ma per molti e validi motivi, oggettivamente verificabili.
Non è vero che con la nuova autostrada si riuscirebbe a decongestionare il traffico e a ridurre l’inquinamento.
E’ vero invece che la Valdastico provocherebbe un aumento del traffico – com’è accaduto ovunque siano state realizzate nuove autostrade – e quindi maggior inquinamento dell’aria e da rumore. Già oggi – senza Valdastico e senza terza corsia dell’Autobrennero – il livello di inquinamento da ozono ha superato a Trento Nord i limiti di legge dal 1997 (dato medio annuo), mentre l’inquinamento da biossido di azoto, nella medesima zona, ha superato mediamente nell’anno i limiti di legge nel 1996, 1997 e nel 2001.
Più trasporto pubblico per le persone e più ferrovia per le merci. L’unico modo per ridurre l’inquinamento e decongestionare il traffico stradale è quello di trasferire il più possibile il trasporto merci dalla gomma alla rotaia, potenziando le ferrovie della Valsugana e del Brennero, e di favorire il più ampio uso del trasporto pubblico. Da molti anni si propone un sistema leggero di metropolitana in Trentino: bisogna finalmente realizzarlo, magari impiegando quelle risorse ingentissime che si vorrebbero destinare alla Valdastico.
Una alleanza tra Trentino e Alto Adige per territorio e salute. Da molti anni gli studiosi ci indicano che la sopravvivenza dell’ecosistema alpino potrà essere irrimediabilmente compromessa se aumenterà il traffico su gomma attraverso le vallate alpine. La Provincia autonoma di Bolzano si oppone sia all’ampliamento dell’Autobrennero, sia alla realizzazione dell’Alemagna, sia alla Valdastico, che inciderebbe in ogni caso sul traffico dell’Autobrennero. Non lo fa certo per pregiudizi ideologici o per autolesionismo economico. L’Alto Adige si oppone coerentemente e tenacemente perché ha a cuore la sopravvivenza del proprio territorio. Anche in Trentino dobbiamo avere questa consapevolezza e dobbiamo creare finalmente un fronte comune – da Borghetto al Brennero – contro nuove autostrade che si vorrebbero costruire, incuranti della nostra salute, del nostro benessere, della nostra agricoltura e della nostra stessa sopravvivenza.
Quale futuro per il Trentino? Malgrado vi siano ormai pochissime fabbriche chimiche o inquinanti, in Trentino vi sono moltissimi casi di tumori e malattie respiratorie. Le cause sono molte, ma nessun scienziato oggi mette più in discussione che l’inquinamento da traffico sia una delle cause principali di queste malattie. Nuove autostrade non significano solo asfalto e cemento in più e meno verde, ma anche meno salute, cioè maggiori malattie incurabili e quindi una peggior qualità della vita, oltre a nuove spese sanitarie. Non è questo il futuro che vogliamo per il nostro Trentino e per l’intero eco-sistema alpino.
Pino Finocchiaro
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